Ti sei già bruciato?

Tre modi per evitarlo
In un anno segnato da sconvolgimenti e distrazioni, le organizzazioni in tutto il mondo si stanno ora riprendendo.
Ma prosperare nel 2021 richiederà nuove idee e un piano per l’adattamento, a cominciare dal benessere dei dipendenti.
Nel 2019, l’Organizzazione mondiale della sanità (WHO) ha classificato il burnout come un fenomeno, legato al lavoro, che deriva dallo stress cronico.
Il burnout è un insieme di sintomi che deriva da una condizione di stress cronico e persistente, associato al contesto lavorativo.
La sindrome da burn-out dipende dalla risposta individuale ad una situazione professionale percepita come logorante dal punto di vista psicofisico. In tale contesto, l’individuo non dispone di risorse e strategie comportamentali o cognitive adeguate a fronteggiare questa sensazione di esaurimento fisico ed emotivo.Pertanto, il lavoratore che ne è soggetto, arriva al punto di “non farcela più” e si sente completamente insoddisfatto e prostrato dalla routine quotidiana. Nel tempo, il burnout può condurre ad un distacco mentale dal proprio impiego, con atteggiamento di indifferenza, malevolenza e cinismo verso i destinatari dell’attività lavorativa. Il burnout non va sottovalutato, considerandone i sintomi passeggeri e poco importanti: la demoralizzazione e la negatività per il proprio contesto possono sfociare, talvolta, nella depressione e in altri disturbi più complessi da affrontare.
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Le strategie per superare la sindrome da burn-out sono diverse e comprendono la psicoterapia cognitivo comportamentale, la modifica delle abitudini lavorative e l'adozione di misure utili a contrastare lo stress nella quotidianità
Nel 2020, il numero di lavoratori che valutano la propria salute mentale come povera o molto povera è aumentato dal 5% al 18%, con il 42% che valuta i propri livelli di stress come alti o molto alti.

Tra gli intervistati di Anatomy of Work (il report di Asana.com) da cui abbiamo preso spunto, 7 su 10 (71%) hanno sperimentato burnout almeno una volta nell’ultimo anno.
Con gli esperti che suggeriscono che gli impatti a lungo termine sulla salute mentale della pandemia COVID-19 resisteranno ben oltre gli effetti sulla salute fisica, le organizzazioni devono comprendere, affrontare ed eliminare le cause profonde del burnout.
Quasi la metà (46%) degli intervistati cita il sovraccarico di lavoro come fattore chiave che contribuisce al burnout, con uno su tre (29%) che si sente oberato di lavoro per mancanza di chiarezza su compiti e ruoli chiari.
La dipendenza dai dispositivi mobili è correlata all’aumento dei tassi di burnout.
Anatomy of work
Due terzi (65%) delle persone che si sentono a disagio nel non avere accesso ai propri telefoni riferiscono di sperimentare il burnout, rispetto al 45% delle persone che non si sentono a disagio a essere separate dal proprio dispositivo.
La mancanza di riposo potrebbe anche essere un fattore che contribuisce alla tendenza al rialzo del burnout.
I lavoratori della conoscenza (knowledge workers), come i manager, ricercatori, tecnici è provato che dormano meno di sette ore a notte.
Con l’aumentare del burnout, i livelli di coinvolgimento nell’impiego che si svolge, diminuiscono, rendendolo più impegnativo e influendo tenuta organizzativa nel suo complesso.
Dare la priorità al benessere richiede un impegno di leadership per il coinvolgere i dipendenti.
Con solo il 15% dei lavoratori che si sente completamente ascoltato dalla propria organizzazione, è chiaro che avviare e continuare un dialogo è fondamentale e necessario.
Il modello di burnout Demand-Control-Support sviluppato da R. Karasek suggerisce che le organizzazioni possono affrontare il burnout a livello individuale, di squadra o aziendale intraprendendo una o più di queste tre azioni:
- Riduzione della domanda (ad es. Modifica dell’ambito dei ruoli)
- Aumentare il controllo (ad es. Orari flessibili, orari non lavorativi)
- Aumentare il sostegno (ad es. pagare per l’assistenza all’infanzia o offrire spazio per discussioni non lavorative durante le riunioni)
Sembra quindi chiaro come la difficoltà a separare la propria vita privata da quella lavorativa, soprattutto in lavoro da remoto o lavoro agile, renda difficile recuperare l’energia mentale per affrontare un’altra giornata.
Anche cambiare la routine è quindi un modo efficace per staccare e dare respiro al cervello.
Lo sport e le attività manuali come il bricolage, il giardinaggio e la cucina sono solo alcuni escamotage utili a questo scopo.
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fonti: https://www.cnbc.com/2020/10/05/coronavirus-stress-mental-health-issues-rising-among-workers-.html
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